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Nel pieno del primo conflitto mondiale, mentre nella penisola di Gallipoli un Impero ottomano ormai in ginocchio si difende strenuamente dagli attacchi delle truppe da sbarco alleate grazie all'appoggio bellico della Germania, nella capitale Costantinopoli (l'attuale Istanbul) si consuma un dramma di amore e morte che vede protagonista Juhan, una giovane femminista turca dalla bellezza statuaria e dal fascino conturbante, che intende farsi promotrice di una grande riforma culturale, sociale e politica del suo Paese, anzi, «di tutto l'Islam», a partire dall'emancipazione delle donne, vittime di un'antica tradizione conservatrice e patriarcale. Se il sultano ha dichiarato il jihad contro gli aggressori miscredenti della Triplice Intesa, Juhan invoca il suo personale jihad, non contro i nemici cristiani, «bensì contro l'infedeltà e la tirannia dell'uomo», reo di aver segregato il genere femminile entro gli angusti confini dell'harem, relegandolo ai margini della società. Prefazione di Isabella Camera D'Afflitto.