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Un libro folle abitato da più presenze. Salomone e il suo biblico Cantico appassionato e misterioso, ritradotto da Prati in un italiano medioevale inventato e travolgente, Carmelo Bene e la sua visione dell'arte, i fantasmi di Jacopone da Todi e di Montale, il saluto del prof. Stefano Pizzi dell'Accademia di Brera, una riflessione sulla poesia di un poeta: Gianfranco Isetta e una prefazione ardente del creativo Gianluca Giadima. Un libro sul tema perenne di come esprimere l'inesprimibile. Arricchiscono il libro un prezioso contributo dello scrittore Marco Candida sulla poeticità di Carmelo Bene a confronto con Montale e un raffinato saggio della prof. Sara Ferrari dell'Università di Milano sul proprio amore per il salomonico Cantico.