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In una società del benavere confuso con il benessere, dove il Soggetto è liquefatto tra ansie da prestazione e implosioni consumistiche a catena, il Sognatore diviene pietra di inciampo in una visione interiore di natura socratica che trova infine nella Bellezza una possibilità di bussola direzionale e orizzonte poietico. Un possibile riscatto di una visione globale basata sul diritto alla felicità, sulla realizzazione delle proprie vocazioni, sulla necessità della condivisione con gli altri, conditio sine qua non per una nautica onirica di ascolto profondo della Vita nella visione di una umanità non mercificabile e della quale prendersi cura con il "tempo giusto".