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Il testo è l'"autobiografia psicoanalitica" di Judith Dupont, ricca di narrazioni e spunti teorici attorno all'opera di Ferenczi e Balint. Nel primo capitolo, percorso e riflessioni analitiche, l'autrice racconta, sul filo della memoria, la storia di una vita che si dipana in una famiglia borghese, non convenzionale, molto unita e animata da interessi letterari e artistici. Judith Dupont è cresciuta in una delle dinastie psicoanalitiche più importanti: sua nonna, Vilma Kovàcs, fu analizzanda prima e poi stretta collaboratrice di Ferenczi, ed è nota per aver organizzato il sistema ungherese del training psicoanalitico. Alice, la figlia maggiore di Vilma, seguì le orme della madre e divenne lei stessa una famosa psicoanalista. Sposerà Michael Balint, e insieme daranno vita a una delle coppie analitiche più fertili e creative. Il concetto di "amore primario" e i primi studi sulla regressione nacquero dalla loro collaborazione. Il secondo e il terzo capitolo sono dedicati rispettivamente a Ferenczi e a Balint, gli autori che hanno accompagnato l'autrice nella sua vita di psicoanalista.