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In ostaggio di una meridiana senza ombra, gli spietati ritrovano la propria carne intessuta nella trama del reale. Come uomini, nascono prima della pietà e non possono provarne. Come dèi, sono parte dell'umanità intera, cantano miti, aspettano con Penelope e eternamente partono con Ulisse, seguono la rivoluzione degli invisibili. Come luoghi antichi, c'è un posto dentro gli spietati dove tutto ha un'eco, dove l'immortalità perde valore, dove ci si può spogliare; ecco, è proprio lì, davanti a chiunque li guardi, è proprio lì che gli spietati rivendicano esistenza, tornano e restano.