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Un po' racconto di formazione, un po' racconto psicologico questa ultima fatica letteraria di Andrea Vitali. Ma anche un esito da ricondurre alla diaristica, dove non si vuole raccontare cronologicamente una storia, semmai ricordare momenti che hanno lasciato un'impronta nel sentire di chi scrive. Il plot è giocato tutto su un espediente narrativo divertito e divertente che permette a Vitali una sarcastica eppure affettuosa carrellata fisiognomica di un gruppo di suoi coetanei, quelli che giocavano a pallone con lui, relegandolo in porta per poco riconosciute qualità tecniche pallalpiede, se non addirittura nel ruolo, ancor meno gradito ma, col senno di poi, quasi profetico, di massaggiatore e spugnatore di compagni infortunati.