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Spesso la razionalità ama presentarsi con un volto arcigno: traccia confini netti fra le discipline, fra i diversi campi della cultura e distingue con rigore le modalità di espressione degli uomini. Ma così facendo sacrifica l'intuizione e considera le ambiguità come fossero incrinature da escludere, eppure l'intuizione e le ambiguità sono proprio i luoghi dove arte e scienza possono incontrarsi e dialogare. Questa rinuncia viene considerata il prezzo da pagare perché ci possa essere una conoscenza affidabile. Florenskij rovescia questa prospettiva e propone un'idea della conoscenza come di un processo dinamico basato su un equilibrio instabile in cui elementi opposti, ma saldamente congiunti fra loro, generano una tensione che produce un movimento continuo e inesauribile. In questo modo il contrasto, le antinomie, le contraddizioni smettono di essere fastidiosi ostacoli e diventano uno strumento fondamentale del pensiero creativo di cui anche la scienza è espressione.