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Nel cuore dell'Irpinia devastata dal sisma del 23 novembre 1980, un giovane geologo - Andrea - si scontra con la precarietà, il dissesto ambientale, la prevaricazione dei notabili e l'insipienza di politici e tecnici. A guidarlo verso la sopravvivenza e la speranza è l'amore di Stefania, nonché il ritorno (sempre carico di sentimenti, pensieri, emozioni) nei luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza. Tra dramma della quotidianità e della memoria, nella vita di Andrea l'emergenza provocata da terremoti e sciami sismici si intreccia così ai dissesti dell'anima, in un racconto di straordinaria intensità. «Non è solo la storia personale a scorrere in questo libro - ha scritto Raffaele La Capria -, c'è anche una memoria storica e civile, che riguarda la fine di un'Italia contadina nelle spire di una male-assimilata modernità che genera soltanto ibridi e brutture».