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Segni scolpiti sulle rocce, manufatti e monumenti disseminati in tutti i continenti dimostrano che gli uomini della preistoria possedevano validi metodi di comunicazione e un sistema simbolico uniforme, osservavano regole sociali alquanto simili, professavano un unico credo. L'umanità apparteneva ad un solo popolo, quello della Madre Terra. Da una lunga ricerca comparativa dei segni preistorici risalta un messaggio di enorme importanza, così immagini universali che fanno ormai parte del bagaglio iconografico comune si rivelano con un nuovo inedito significato. La sagoma della mano impressa nelle caverne, la suggestiva figura del bird man dell'Isola di Pasqua, non hanno niente di misterioso ma ci narrano una storia attinente alla vita. Simboli come la svastica, il labirinto o la spirale si liberano di errate interpretazioni storiche e di magiche allusioni. Pratiche cruente come la caccia e la guerra assumono le sembianze di metafore propiziatorie. Emerge così una nuova considerazione dell'uomo antico che nel muto linguaggio dei segni ha trasmesso ai posteri una regola fondamentale di madre natura indispensabile per l'equilibrio e l'evoluzione della nostra vita.