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«Ubiqua è tutto e niente, è inizio e fine insieme, è la rappresentazione grafica della poesia stessa, raggiungibile - qui e in ogni dove - esclusivamente dagli spiriti eletti, una città fragile e fortificata, che si erge maestosa ed incurante dell'umanità insensibile. Una rocca impenetrabile che, nonostante tutto, diventa "dimora", una casa che protegge gli esseri viventi e le loro anime, li fa viaggiare attraverso il tempo, li rende eterni.»