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Dalila ha quattordici anni, l'età di un'innocenza violata da chi meno dovrebbe essere incline alla violenza. Lui un prete burbero e severo, catechista di una parrocchia romana; lei una ragazza fragile e sola, alla ricerca disperata di un punto di riferimento che né la madre né gli amici riescono a darle. È così che don Franco si intrufola nella quotidianità di Dalila e inizia a dare sfogo alle sue inclinazioni più turpi, è così che vittima e carnefice finiscono invischiati in un rapporto insieme morboso e profondo che assomiglia tanto a una parodia dell'amore. Poi Dalila cresce, matura, si trasforma in una donna, e intanto impara a riconoscere le diverse sfumature della vita. Perdita, morte, lealtà, amicizia. Eppure, un filo lungo e sottile la tiene costantemente legata alla spirale di perdizione in cui era precipitata quella lontana sera di marzo. Un segreto che ha conservato a lungo dentro di sé e che solo adesso, dopo anni di silenzio, è pronta a confessare.