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Sulla fuga da Roma del re Vittorio Emanuele III, e dei suoi generali, l'8 settembre 1943, dopo la firma dell'armistizio di fronte al disastro della guerra, in questi settant'anni e passa di storia è stato scritto di tutto e si sono cimentati storici e memorialisti di tutto il mondo, privilegiando ovviamente gli aspetti politici e militari di quel tragico evento, che erano poi i più rilevanti. Caputo, invece, con la sua ricerca ha voluto dare risalto anche a come la città e il suo circondario vissero i mesi in cui Brindisi fu Capitale d'Italia, che non fu un semplice ricovero di fortuna, scelto a caso. Anche se non era certamente a Brindisi, o comunque in Italia, che si decidevano le sorti della guerra, però da Brindisi, diventata in quei giorni "... persino Capitale", a quegli eventi si partecipava, garantendo collegamenti e supporti fondamentali alle unità combattenti. Senza trascurare ovviamente un significativo ritratto della città e della grande compostezza con cui fu partecipe di quelle storiche e tragiche giornate e che forse avrebbe meritato un più significativo riconoscimento da parte della Storia e delle istituzioni.