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Il saggio, in un momento di critica contro l'arte contemporanea, prende spunto da una rassegna pubblicata nel 1965 dalla rivista "Op. cit." e intitolata La critica discorde e intende riesaminare tutta l'arte del Novecento alla luce dei concetti più attuali sia dei critici ancora contrari, sia di quelli che formano La critica concorde. Si tratta di un testo in parte polemico, in parte orientato ad una storia dell'arte basata non su opere ed artefici quanto su concetti. Il titolo è volutamente pop ai fini di un richiamo divulgativo, ma esprime anche una serie di quesiti che molti si pongono pur disponendo di un'alta formazione culturale. La varietà dei temi trattati consente una consultazione del libro anche per singoli parti, e ciò nella linea della "riduzione" culturale già teorizzata altrove.