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Questa è una raccolta dove il confronto con il passato e i suoi echi, con gli amori finiti, con i luoghi si fa più forte nella distanza che porta alla riflessione e ad una nuova visione di sé. È una distanza minima ma necessaria per potersi percepire in una forma nuova, ma evoluzione di quella vecchia, in un continuum. Non ci sono strappi, ma la vita si percepisce in una presente assenza, o in una presenza (luoghi, persone, voci) assente. Forse si parla di fantasmi che costellano il presente con i loro echi. E le parole ( e la ricerca di quelle "giuste") diventa metro dell'esistenza e, come i minuti che passano, scandiscono gli istanti che diventano terreno di appercezione (il sentire di sentire).