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I profili che Berlin ritrae da Weizmann a Ben Gurion, da Roosevelt a Churchill, da Sadeh a Einstein, quali affiorano dai Dispacci da Washigton del 1943-45, dalla Politica sionista in tempo di guerra e dagli altri saggi berliniani raccolti in questa sede hanno come sfondo la complessa politica di una fase storica in cui alle sorti degli uomini si guardava con rinnovata inquietudine. Nel porre al centro dell'attenzione la questione sionista, Berlin lascia intravedere la complessa rete di relazioni da cui le voci del pluralismo emergono, espressione del bisogno di appartenenza dell'uomo e della necessità di ritagliare spazi di tolleranza funzionali a una comune e pacifica convivenza. Il pluralismo, nel transitare dalla storia delle idee alla filosofia politica, si rivela essere una categoria strettamente legata alla molteplicità di tratti individuali e collettivi, psicologici e culturali che attraversano la storia degli uomini in generale e d'Israele in particolare, e si specifica come parte costitutiva della pólis, del pensare e del fare filosofia politica, sino a mostrarsi tratto caratterizzante del pluralismo stesso.