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Rosaria Lo Russo ci consegna la sua versione della tragedia di Medea, in uno spirito allo stesso tempo di fedeltà alla vicenda e di violenta appropriazione linguistica: la furibonda eroina si adatta a una mente e a una lingua contemporanee, mentre continua a imperversare con il suo aspro fascino mortale. Emblema della gelosia e della vendetta, madre snaturata perché trascinata dalla sua natura selvaggia, Medea è un mostro che interroga con la sua dismisura la mediocrità di chi la circonda.