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"Deserti privati" è una esperienza di viaggio o di stasi, di rifugio o di fuga , di confessione o ribellione. È tuttavia soprattutto una opportunità di autoanalisi utile a guardare negli occhi lo scomodo inquilino che alberga in noi e che troppo spesso altera la nostra linea di orizzonte riducendo il senso dell'esistenza a mera percezione degli eventi che accadono. E l'inquilino è sovente silente perché la solitudine, quasi sempre, parla solo a se stessa. È l'opportunità di capire quanto il nostro deserto sia un deserto imposto e quanto invece, paradossalmente, da noi stessi minuziosamente costruito per essere anestetizzati dalla vita. Capita poi che anche i deserti, anche quelli più inospitali, se raccontati con onestà, rivelino una sorprendente vocazione ad emozionare.