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Calvello, da sempre, è conosciuto come il paese della ceramica. Ancora fino a cinquant'anni fa, nelle fiere e nei mercati della nostra regione, facevano bella mostra le "ceramiche di Calvello" (piatti, ciarle, zuppiere...) facilmente riconoscibili per via dell'uccello blu dipinto su di esse. Il volume è ricco di informazioni sulla storia della ceramica del paese con testimonianze che risalgono a tempi lontanissimi. Si pensi al Coccio di Pietrapanna databile intorno al III millennio a. C. e a un cratere e un'anfora, a figure rosse, databili fra il 430-410 a.C. Agli inizi del Settecento risalgono quattro piastrelle con la dicitura "Giosuè dell'Aquila di Calvello"; documentazioni catastali registrano la presenza a Calvello, già nel 1754, di due famiglie di faienzar. Una cucina, risalente al '700, oggi ancora visibile, è decorata con mattonelle in maiolica e stemmi di famiglia nel Palazzo De Porcellinis (oggi Di Trana). Alcuni stati civili del '800 conservati nell'archivio comunale di Calvello riportano per diverse famiglie la professione di "figuli".