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Dostoevskij, Lao-Tzu, Eraclito, Krishnamurti, Heisenberg, Suzuki, Nietzsche, Nagarjuna, Keats... scrittori, filosofi, scienziati, economisti, poeti, guide spirituali e religiose consegnano frammenti di loro scritti all'autore, il quale, citando la postfazione di Bruno Lo Turco, li tesse insieme con "gentilezza, pazienza e sintesi", per dare vita a un discorso filosofico al di là dei luoghi e del tempo e illuminare così le tracce di una possibile via di ricerca orientata verso i saperi ultimi. I temi filosofici trattati sono molti: i limiti della razionalità e del linguaggio; il valore del silenzio, dell'attesa, del dover distogliere lo sguardo per poter vedere; l'importanza delle pratiche sul sé per trasformarsi e aprirsi a nuovi modi di comprensione della realtà; la fiducia e, soprattutto, il coraggio necessari per iniziare e procedere nel cammino verso la sapienza. Ne emerge una via che coinvolge l'individuo nella sua interezza e che qualifica la filosofia più come modo di vita che come applicazione settoriale del pensiero. Larlun è un interessante e innovativo saggio filosofico che, tuttavia, si trasforma continuamente: è un inno alla libertà, un elogio della diversità, un'autobiografia intellettuale, un manifesto politico, una nuova "lettera sulla tolleranza", un messaggio sulla solidarietà oltre ogni ideologia. Non è possibile imprigionare Larlun in uno schema concettuale perché è un caleidoscopio: il gioco delle citazioni ci sorprende con leggerezza e ogni rilettura ci svela immagini diverse.