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«La provincia di cui parla Morano non è una terra come un'altra: è l'Irpinia, in proporzione il laboratorio politico più fecondo d'Italia. Proprio qui, dal secondo dopoguerra ad oggi, è stato infatti distillato un numero impressionante di personalità di primissimo piano della politica nazionale. Nessuno di loro conservatore, ad eccezione, forse del monarchico Alfredo Covelli. Ma di sicuro tutti sanamente "provinciali", capaci cioè di filtrare le incombenze degli alti uffici cui erano preposti con l'esperienza tipica di chi ha dovuto farsi largo tra i pregiudizi che solitamente accompagnano i nati fuori città. Lo stesso Morano ne fornisce più di un esempio nel libro, restandone colpito. Con un retroterra così impegnativo, era scontato che l'autore tentasse analoga operazione innervando su quella stessa provincia il proprio conservatorismo. Ne viene fuori un intricante gioco di specchi in cui il globale rincorre il locale e viceversa sui temi più gettonati del dibattito politico, dalle unioni gay all'ideologia gender, all'influenza del gruppo Bilderberg sulle scelte degli Stati e dei governi, alla crisi della destra, al trionfo di Trump». (Dalla prefazione di Mario Landolfi)