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Il fallimento di Federconsorzi, con un dissesto di 4500 miliardi di vecchie lire, è il più imponente mai registrato nella storia italiana. Roccaforte politica della Dc e serbatoio inesauribile di voti elettorali, Federconsorzi ha travolto nella sua deriva e nell'interminabile processo che ne è seguito molti personaggi eminenti. Tra questi il professor Capaldo e il giudice Greco, condannati per aver rispettivamente ideato e approvato un piano di salvataggio efficace ma anomalo. Il libro, per certi aspetti cronaca di una difficile storia giudiziaria e per altri documento fedele di dolorose vicende personali, riesce a costruire un racconto appassionante e insieme una riflessione sul profondo malessere della giustizia italiana, tra processi lunghissimi, indagini politiche e inefficienze sconcertanti. Una giustizia che, talvolta, processa e condanna un'idea solo perché portatrice di innovazione e discontinuità.