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Uno spazio imprecisato, un passato senza tempo. Un uomo, un'isola. Queste le coordinate dell'ultimo Robinson che appare oggi sulla scena letteraria, con discrezione e sensibilità: un Robinson distillato e inferiore, per il quale il viaggio è il principio di una ricerca della "vita vera", ovvero dell'integrazione di realtà e vita. A diciotto anni Robinson si imbarca su un veliero il cui naufragio lo condurrà alle soglie della memoria e della vita futura, fino a quell'altra isola" dove, come un nuovo Adamo, potrà intraprendere la propria avventura. In una narrazione di grande ricchezza e sinteticità, inframmezzata da sapienti e brillanti descrizioni, Jean-Luc Coudray crea il precedente psicologico e il movente di un Robinson sempre attuale, alle prese con la cultura e con la colpa di esistere, anziché con la natura apparentemente benigna: un immaginario filosofo e un eroe senza qualità, raccontati con la licenza della poesia.