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La lingua italiana, sistema ancor oggi fluido e refrattario ai molti tentativi di "normalizzazione", sfugge alle regole divincolandosi dal canone e, al pari della donna amata dal poeta cortese, necessita di essere adulata, magnificata e difesa. Nel presente saggio se ne ripercorre la storia, partendo dal Medioevo e dal "padre" Dante per giungere poi alle sperimentazioni di don Lorenzo Milani e alla denuncia delle "compulsioni" che affliggono l'attuale comunità di parlanti. L'autore compila una lista di atteggiamenti linguistici e culturali degli italiani, concludendo con una vera dichiarazione d'amore alla lingua nazionale che, da gentildonna cortese, si ritrae e si nasconde, senza però esser mai dimenticata dai suoi amanti e dalla loro penna.