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Nel settembre 1968 morivano, a distanza di quattro giorni l'uno dall'altro, i due maggiori scultori italiani a cavallo tra la prima e la seconda metà del Novecento. Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi sono infatti i principali protagonisti del rinnovamento plastico dagli anni Trenta e poi del dopoguerra, capaci di segnare in modo indelebile la cultura visiva del Paese aprendo un dialogo con il contesto artistico europeo. A cinquant'anni da quel triste settembre il Museo Rometti di Umbertide, ricordando la collaborazione di Leoncillo con la manifattura umbra, ha raccolto l'invito ad ospitare un circoscritto confronto tra le opere ceramiche dei due scultori. L'esposizione, che si avvale anche delle testimonianze di Enrico Crispolti e Bruno Toscano, si è focalizzata sulla produzione cosiddetta "barocca", compresa entro un confine cronologico preciso, che per Fontana va dalla metà degli anni Trenta fino a circa la metà dei Cinquanta, quando poi diviene prevalentemente "spaziale" pur non rinunciando ad inserti di puro barocchismo anche nei suoi tagli e buchi. Testimonianze di Enrico Crispolti e Bruno Toscano.