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La tragedia, composta probabilmente tra il 423. e il 420 a.C. e rappresentata nel 416 a.C., è un trittico che raccoglie episodi non conseguenziali: Ercole che strappa i figli alla morte minacciata da un usurpatore, Ercole, che, colpito da demenza, li uccide di sua mano, e l'arrivo di Teseo che prolunga l'azione verso una meta inattesa. Ma il dramma si sviluppa con unità ed equilibrio, un diagramma sentimentale. Dalla prima parte, il cui pathos è tale che qualsiasi intensificazione ne parrebbe impossibile, si arriva nella seconda, ad un tal vertice d'orrore, che la prima parte sembra, per contrasto, mite. Ma rimanere a questo livello sarebbe riuscito sgradevole; e nella terza parte si effettua la defervescenza, che qui fa pensare in qualche modo alla catarsi, anche se non sembri assoluta l'identificazione fra la realizzazione artistica e la definizione aristotelica.