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"La giovane madre, allungata su due fogli di cartone e avvolta nella coperta, si sveglia di soprassalto. Il suo cuscino è un pezzo di polistirolo chiuso in un panno morbido. Girando la faccia stravolta dal sonno, ritrova dietro di sé la parete di confetture alla quale si era accostata per dormire. Il bimbo non è più accanto a lei. Si alza di scatto e cerca la torcia che aveva appoggiato per terra. Il supermercato la sovrasta in tutta la sua grandezza: sconfinato, ostile, inesplorabile. Chiama il bambino, prima a bassa voce, poi con decisione. Porge l'orecchio. Si sente russare in lontananza come in un dormitorio e, più vicino, un gocciolio rapido che insiste sul metallo di una scaffalatura, ruggine che si prepara. Chiama di nuovo. Stavolta le risponde un grugnito, proveniente chissà da dove. Allarmata, scaccia con il piede la coperta e si mette a girare per i corridoi con gli occhi spalancati malgrado la stanchezza. Le pareti di merci le sembrano più alte della sera prima. Forse la pioggia le ha fatte crescere, pensa come in sogno".