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Su una giostra in disuso ho tentato l'impossibile recupero dell'infanzia dell'anima. Sono stata in visita nel tempo adulto della sua origine; poi la circense vertigine del bisogno ha corrotto il serio artificio dell'incanto. È inumano tornare bambini privi d'intatta saggezza. Eppure, come in una partitura, ho ripercorso le pose del volo non con l'utopia di Icaro, ma sull'instabilità di una manomessa altalena. La poesia tenta il rammendo, riduce la lacerazione di una sciupata interezza. Ne diventa il riverbero, ma non crea un nuovo cuore: rimane aborto di stelle. Scrivere è, talora, il cigolio di un danneggiato balocco.