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"Le parole di Violante Vibora profumano di gelso e biancospino. La poesia di Violante Vibora è un tempio a portata di mano in mezzo alla campagna, visibile a chiunque abbia voglia di scostare la fronda, sospendere il giudizio, abbandonare le elucubrazioni. Entrare nella poesia di Violante Vibora significa togliersi le scarpe in un prato estivo, appoggiare le piante dei piedi sulla terra, sentire il solleticare delle erbe dure, delle formiche; lasciare andare la testa e inebriarsi dei grilli, delle cicale, dei galli in lontananza, degli usignoli, dei merli e di tutta la popolazione di uccelli che - inconsapevole a noi - popola gli alberi, le siepi, i giardini, i prati. Non resta che affidarsi al suono del vento e lasciarsi andare al canto potente che essa evoca per noi, nel fiorire della sua poesia, arazzo screziato d'oro e di turchese, luccicante come le scie delle lumache, come lacrime segrete, come respiri senza tempo." (dalla prefazione di Silvia Battistella)