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Gli orvietani bevono sempre e solo vino rosso, in qualunque periodo dell'anno. E Allegra non fa eccezione. Nemmeno Libero, suo fratello, si faceva troppi problemi, ma questo lei lo sa solo per sentito dire: quando Libero è scomparso senza lasciare traccia, Allegra aveva tre anni e i suoi genitori, un tempo rispettati enotecari, da allora sono sprofondati in uno stato di perenne alterazione. Con il padre alcolizzato e la madre sotto farmaci, è Luna, sua sorella, a farsi carico della famiglia, anche se sembra sempre sull'orlo di una crisi di nervi. Almeno fino a quando, quindici anni dopo e con la stessa leggerezza con cui se ne era andato, Libero ricompare e Allegra è la sola a esserne a conoscenza. Fra nottate selvagge con gli amici di una vita intera - l'unica che sembra possibile -, perdendosi nei paesaggi desolati e nelle interminabili estati di Orvieto, Allegra cerca di restare a galla nel solo modo che conosce: afferrando la decadenza del suo universo con entrambe le mani.