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"Con la presente testimonianza voglio rendere un servizio al Cammino neocatecumenale, non denigrarlo", afferma l'autore, che continua: "Ho amato ed apprezzato per molti aspetti questa realtà, anche se ne siamo usciti insieme a mia moglie dopo 22 anni, entrambi profondamente distrutti nella persona. La mia intenzione è solo quella di unire la mia voce a quella di tantissimi altri, tra cui sacerdoti e vescovi più credibili ed autorevoli di me, allo scopo di contribuire a far luce sui numerosi e spesso nascosti aspetti negativi del Cammino, che ha bisogno di rinnovarsi in alcuni contenuti dottrinali e nei metodi formativi che mortificano la persona; che deve uscire da una gestione autarchica, verticistica e autoritaria, tanto da configurarsi a tutti gli effetti come una 'chiesa nella Chiesa'".