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La nostra è l'era dell'estremo. Viviamo lo stordimento di un'evoluzione accelerata da non poterne percepire l'immaginario: ogni realtà aumentata è spinta fino a toccare un punto estremo, dove il contatto si sposta continuamente, resta lontano, perde distanza. Ecocene parla del passato, del presente e del futuro, del saccheggio e della violenza sulle donne e sulla natura, dell'umano divenire postumano, delle multidirezionalità temporali prodotte dall'intelligenza artificiale, dalle tecnologie del bios, dal macchinico. Non è un cambio di paradigma ma un salto di civiltà. L'inizio di una Nuova Era, il punto di svolta di una compressione evolutiva, un cambriano tecnologico nel quale il corpo avrà l'aspetto ibrido del cyborg. L'evoluzionismo tecnologico dell'Antropocene eleva l'innovazione a unica linea di sviluppo e di pensiero, travolge il senso del limite, lo estremizza e radicalizza. La sfida è se la nostra superiore intelligenza emotiva - insolitamente travolta dall'afflato ecologico - saprà trovare una via di mezzo, responsabile e praticabile. L'era che inizia potrebbe allora essere l'Ecocene, l'era ecologica dell'egualitarismo ecosistemico.