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Il filo conduttore della mostra e del catalogo è il mondo dell'arte - nel decennio a cavallo del 1960 (1955-1965) - raccontato dai settimanali e dai mensili di attualità illustrata italiani, i cosiddetti rotocalchi, che in quegli anni raggiungono tirature altissime e sono sempre più diffusi, nonché dal cinema (cinegiornali, filmati di repertorio, interviste, film d'invenzione) e dalla televisione delle origini. Quanto emerge da tale narrazione è un'immagine dell'arte contemporanea e dei suoi protagonisti alternativa rispetto a quella della critica colta. Le novità artistiche si scontrano con le attese di un grande pubblico molto diffidente nei loro confronti e, nei mass media; i temi dell'arte - dalle grandi mostre, con gli inevitabili strascichi polemici, al genere sempre popolare del ritratto e alla rappresentazione degli artisti e del loro mondo s'intrecciano spesso e volentieri con la presenza di celebrità del cinema e della televisione.