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Questo saggio si propone come un manuale agile e al tempo stesso un invito alla decifrazione delle strutture cognitive e interiori conquistate e determinate dall'uomo post-moderno. Muovendo dalla lezione di Edward T. Hall e dei massimi esponenti dell'antropologia e fenomenologia, tra i quali McLuhan e Powers, si tenta una riconsiderazione critica dei fondamenti teorici in materia di significazione dello spazio, comunicazione, media e massificazione dei linguaggi. La corrispondenza tra prossemica agita e prossimità relazionale interiorizzata, viene utilizzata per ripercorrere la storia dei rapporti umani attraverso la valorizzazione e l'intercettazione dei rischi che corriamo di compromettere il ruolo fondativo del dialogo, se privo dell'estensione di senso della conoscenza, per imprudente consegna ai soli linguaggi virtuali. Nel tentativo di restituire il significato più sottile della "dimensione nascosta", entro e oltre le regole sociali a cui obbediamo e a cui rispondiamo: configurazioni comportamentali da sempre soggette a variabili culturali e psicologiche proprie all'appartenenza personale, collettiva e individuale, entro l'idea mai logora di relazione tra esistere ed essere.