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Relegati in un limbo privo di speranze, fra nostalgie e monotonia, i protagonisti raccontano un blues che si muove fra le corde di una realtà in cui l'esistenza non è altro che un Sud sociale e ideale in cui l'unica àncora di salvezza è rappresentata dalla fuga dal presente per mezzo di alcool, psicofarmaci e sesso. Come in un sorta di lettere reinviate allo stesso mittente, gli S.La.M. Project mettono in scena la disperazione di due protagonisti di un'epoca marginale ed emarginata costretti a vagare negli anonimi vicoli di un anonimo esilio. Soli, tra preghiere ricche di fede e ascetiche bestemmie, a fare i conti con una realtà a tratti infernale e a tratti drammaticamente paradisiaca, dove l'amore può tramutarsi in sofferenza e il dramma in una routine necessaria e galvanizzante. "Taranta Blues", che rappresenta la quadratura del cerchio per gli autori, chiude una trilogia composta dai precedenti lavori: "Facevo meglio a starmene a L'Avana"(2009) e "Ogni notte al Madrigàl" (2011).