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Rosario Genovese, fotografo, decise di acquistare una macchina fotografica con i primi risparmi nei primi anni Cinquanta. La sua famiglia era originaria di Foggia. Il padre, dipendente della Banca d'Italia, forse sperava altro. Ma dalla folgorazione giovanile alla irrevocabile decisione di catturare la luce per mestiere il passo fu breve. Per certi versi, una fortuna. La scelta di lavorare in una piccola provincia del Sud, si tramutò nell'opportunità di crescere in un clima particolare, a contatto con antropologi, scrittori, registi e tanti altri calamitati da quel laboratorio di urbanistica e sociologia del territorio che divenne Matera a valle della prima spinta di Adriano Olivetti e Comunità. Ognuno aveva qualcosa da insegnare. Tutti da imparare. E l'obiettivo era pronto a cogliere l'attimo. Una foto, una storia.