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Come segni su tela sono i versi del poeta Flavio Ciatto, a volte sapori incerti, sagome e figure essenziali delineate dalla sola sensazione e viaggi senza definita mèta che trovano ragione d'essere nel viaggio stesso. "Mare" come inquietudine senza confini e orizzonti desiderati, continua ricerca di un'isola fatta di ricordi carezzevoli, miti, affettuosi... materni. Aleggia, brezza gentile (profumo di salsedine) tra i versi, la presenza vigile della madre a placare l'animo inquieto come respiro profondo ad occhi chiusi e muovere la penna del Poeta, tra le onde dei pensieri tormentati dai venti dell'anima. Flavio Ciatto (1951-2014), romano con legami veneti e siciliani da parte dei genitori, musicista di professione diplomato al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Unitamente alla primaria attività musicale, si dedica, fin da adolescente, alla poesia come altro rifugio di intimità, cercando di "fissare", con schemi semplici, minimali, ciò che l'intuito lascia intravedere per istanti brevissimi ectoplasmatici aspetti del vivere comune e svelare la sottile introspezione di segnali da sogni a occhi aperti, impalpabili.