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Di Tiziano si sapeva già tutto o quasi tutto. Quello che mancava era una biografia che illuminasse e riscaldasse le notizie cavate dagli archivi con l'emozione che suscitano le pitture, confidenze impareggiabili dell'artista e sorta di documenti dell'anima. Sopperisce a questa lacuna "Tiziano" di Neri Pozza, qui presentato in una versione inedita condotta su un esemplare dell'edizione originale postillato dall'autore e recentemente ritrovato. Muovendosi con perizia sul crinale che separa la verità storica dall'invenzione letteraria, senza prescindere dalla prima ma non rinunciando all'esercizio della seconda, l'autore riesce a centrare il difficile obiettivo di coniugare realtà e fantasia, intendendo quest'ultima come arte della ricreazione dei moti interiori e non già come invito al tradimento dei fatti storici. L'autore, anche attraverso il sapiente uso di una lingua innovativa mescolanza di parlate venete a lui congeniali e lingua italiana asciutta e risoluta - ci consegna così un Tiziano vivo, montanaro di grande e scontrosa riservatezza, illuminandone i sentimenti che lo legarono alla moglie Cecilia e ai figlioli, al fratello Francesco, agli amici Aretino e Sansovino, ai committenti - da Carlo V a Filippo II, da papa Paolo III Farnese ai dogi di Venezia - e soprattutto alla pittura, dalla quale nessuna lusinga, onore o compenso riuscirono mai ad allontanarlo.