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Una ricostruzione dettagliata e ricca di curiosità fa luce su un trentennio particolarmente significativo per la storia dello sviluppo urbano e sociale di Modena: il ducato di Cesare d'Este vide infatti per la prima volta Modena capitale dopo la devoluzione di Ferrara (1598). Le esigenze di trasformazione da realtà povera e provinciale a sede di una corte sfarzosa mutarono profondamente e durevolmente il volto e lo spirito della città geminiana. Attraverso un largo uso di fonti documentarie, tra cui primeggiano le celebri cronache dello Spaccini, Giovanni Maria Sperandini rimette in scena con piglio vivace e accattivante i più importanti e fastosi spettacoli realizzati a Modena sotto Cesare d'Este: soffermandosi con la propria lente sulla storia del costume, l'autore contribuisce a restituire i caratteri più significativi di un'epoca che come e forse più di altre ha messo in scena le proprie ansie terrene e oltremondane. Corredano il testo riproduzioni di carte e documenti relativi agli episodi esaminati.