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Negli anni compresi tra il 1785 e il 1798, in Germania l'utilizzazione libera dei testi era giustificata da motivazioni squisitamente democratiche. Reimarus chiedeva di rendere meno elitaria la fruizione dei libri e faceva sua la rivendicazione della libertà di affrancarsi dal monopolio degli editori inglesi. La proprietà intellettuale era invece sostenuta da Kant, che si rifaceva al diritto romano e auspicava una formulazione legislativa non solo in termini di diritto patrimoniale, ma anche di diritto della personalità. Con Fichte, poi, la proprietà intellettuale diveniva parte di una più generale metafisica dell'attività intellettuale.