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Gregorio di Nazianzo costituisce una delle figure più originali del IV secolo d.C. quando si verificò il trapasso dall'anticità al Medio Evo, epoca di intensi mutamenti, che investirono la civiltà in tutte le sue manifestazioni. Come in tutti i periodi di transizione anche in questo ci furono forti inquietudini che si espressero in ruvidi contrasti: tramontavano, infatti, le vecchie sistemazioni e stentavano a schiarirsi le nuove e di queste trepidazioni Gregorio fu lo specchio, quale conoscitore di amplissime aree della letteratura greca, filosofo e teologo ben attrezzato per incidere formule di lucida precisione, asceta esperto nel conoscere e dominare le passioni umane, vescovo che partecipò ai travagli che tormentavano la Chiesa.