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Nel finale di "Nuovo Cinema Paradiso", il maturo protagonista 'recupera' emozioni perdute visionando una «pizza» dove la mano di un amico ha montato le scene di bacio tagliate via da pellicole viste in giovinezza. È la dinamica che ha fatto lievitare questa breve raccolta. I singoli scritti sono nati e rimasti separati sino a quando è emerso un filo rosso che tutti li attraversa: ciascuno di essi, a suo modo, parla del rapporto con il tempo e delle percezioni - tra loro diverse - che del tempo possiamo avere nel corso della vita. Al momento di individuare la sequenza e il ritmo secondo i quali collegare i singoli pezzi, il riferimento al cinema si è affacciato, direi quasi imposto. La raccolta - come la «pizza» di ritagli in Tornatore - rappresenta il salvataggio di alcuni fotogrammi di vissuto (personale o altrui, reale o immaginario) e senza di essa la memoria del loro bagliore, breve ma intenso, andrebbe perduta. Amerei che la lettura potesse evocare come - se non perché - càpiti a volte che aspetti fluttuanti della dimensione del tempo entrino nelle nostre vite, costringendo a scrollarci di dosso le asfittiche abitudini che chiamiamo 'realtà'.