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Domenica 21 agosto 1994. A Sacile è il giorno della Sagra dei Osei. Per le viuzze del borgo si snoda un serpentone di almeno cinquantamila persone. Quella domenica, a Sacile, è il giorno in cui qualcuno ha deciso di riempire un tubo metallico di esplosivo, lasciandolo a due passi dal centro. Il tubo esplode ferendo una donna. Una sequenza che si ripeterà ancora: un'occhiata curiosa, una mano che si allunga ignara, l'esplosione, il sangue. Trappole lasciate sulla strada non per uccidere, ma per ferire. Gli inquirenti non hanno uno straccio di nome, i giornali, invece, se lo inventano subito: l'uomo dei tubi diventa Unabomber. Le indagini, ancora oggi, ruotano attorno a troppi nomi e a pochi indizi. L'unica certezza è che Unabomber è ancora libero.