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L'industrializzazione dell'arte fu problematizzata da Walter Benjamin che scrisse uno dei più importanti saggi del XX secolo: "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". La riproduzione in serie delle opere d'arte le privò della loro aura, dell'hic et nunc, dell'unicità della rappresentazione, della mano dell'artista (sostituita da freddi ingranaggi). Lo studio di Francesca Di Maio ci dimostra che non è propriamente così. La serialità nelle opere d'arte è antecedente all'avvento dell'industria e anzi ne anticipa i meccanismi. La ricerca di Di Maio ci conduce nel Medioevo: fra codici miniati, cicli pittorici, e scultorei. Dai metodi di lavorazione protoindustriale negli scriptoria medioevali; alla ripetitività di certe iconografie religiose in differenti opere. Un'analisi che si avvalora dei contributi di alcuni dei più grandi storici dell'arte come Franz Wickhoff, Otto Pächt, Pietro Toesca e Angela Daneu Lattanzi.