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«Era il marzo del 2014. Atterrati a Charleroi, io e Michele Alassio abbiamo preso a noleggio un'automobile e siamo partiti in direzione Parigi, per Paris Photo e il Salon du Livre. Per goderci qualche giorno di Francia ci siamo avvicinati alla capitale come insetti, con un volo a spirale, da Rouen a Chartres, tête de veau e vino bordeaux. Nel mezzo della infinita pianura dopo il confine, qualche casolare in lontananza, verde e blu, nuvole con la barba e un temporale pronto da qualche parte, Michele mi ha fatto fermare l'auto. "Forse c'è una foto" mi ha detto. Allora ha cominciato a prepararsi, a montare la sua Hasselblad, e mi sembrava più di tutto un pescatore, l'obiettivo teso come una lenza. La foto, forse, poteva abboccare; un solo strappo, un solo scatto. Ma il cielo rimaneva calmo e, dopo qualche minuto di silenzio, Michele si è rassegnato, "Non c'è la foto", ha smontato l'obiettivo e ha risposto l'attrezzatura sul sedile poste- riore. Siamo ripartiti, e non ne abbiamo parlato più. Non doveva spiegarmi niente.» (Dalla prefazione di Giovanni Montanaro)