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Perseguendo un'utopia concreta, cioè un'utopia intesa come «carica teleologica che proietta il presente in un futuro possibile», l'Atlante tende a mettere in luce le possibilità di trasformazione che esistono in diverse aree urbane di Avellino cercando sempre di promuovere una migliore integrazione fra i nuovi quartieri e la città nel suo complesso, nella convinzione che la qualità dell'abitare non sì esaurisca nella qualità intrinseca degli alloggi o degli edifici ma sia anche da rintracciare - e quindi da promuovere - nello spazio tra le case e nello spazio tra i quartieri e la città al contorno. I nuovi quartieri non sono concepiti come "Siedlungen" autonome, bastanti a se stesse e indipendenti dal resto della città, ma insediamenti complementari al tessuto urbano circostante, parti vitali del paesaggio urbano complessivo destinate a interagire con la vita delle persone che li abitano. Per questo i progetti non perseguono derive estetizzanti e le soluzioni formali elaborate sono sempre conseguenze dirette di una conoscenza critica della realtà: le condizioni specifiche dei diversi siti e la domanda di abitare che la società contemporanea esprime.