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Nel 1921, mentre tutta l'Europa ridiscute i principi dell'arte moderna e dà vita alla stagione espressiva che sarà chiamata "Ritorno all'ordine", Adolfo Wildt pubblica uno dei testi più significativi del momento: uno scritto sull'arte di lavorare il marmo. Non è un trattato sulla scultura, ma sulla materia: quella materia "viva, sonora e splendida" che aveva amato fin da ragazzo.