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Il volgarizzamento dell'opera di Lucrezio, oggetto di sospetti nel mondo cattolico per la sua forte irreligiosità iconoclasta, venne pubblicato postumo e solo in Inghilterra nella versione in endecasillabi sciolti realizzata da Marchetti, a causa dell'avversione del pontificato per il suo messaggio epicureo. A pochi anni di distanza dalla censura di Galilei, l'oscurantismo di Roma mieteva un'altra vittima in Marchetti, la cui opera aveva circolato in Italia solo in alcuni manoscritti semiclandestini, benché lo stesso traduttore si fosse preoccupato di avvertire in un "protesta del traduttore ai lettori" che di Lucrezio egli aborriva "gli empi suoi dogmi", mentre giudicava la sua poesia come "la più robusta e la più nobile".