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Dopo le prove magistrali di traduzione in dialetto di testi di alto rilievo (dal Vangelo di Luca al serriano Esame di coscienza di un letterato) e dopo il romanzo I frótt (il primo romanzo in dialetto romagnolo, apparso in prima edizione nel 1961), Aurelio Tassinari propone con E' dóbi, tradotto da una versione italiana edito nel 1968, una seconda splendida prova di prosa narrativa nel suo dialetto di area cesenate. Si muove nel romanzo una folta schiera di personaggi e in particolare un ingegnere di Bologna che torna nella nativa Rimini per fare luce sulla morte di un compagno d'infanzia, figlio di un fascista, avvenuta nel tempo della Liberazione. In questa trama, assume un particolare rilievo, accanto a quella del protagonista, la figura di Daida, disponibile e pronta alle suggestioni dell'amore.