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Il quadretto che Frau Klementine aveva posto sul comodino del nipote Livio, come fosse un'icona protettiva, non riportava l'immagine di un santo, ma nemmeno di un padre vero, ancorché defunto, bensì quella di un dirigente dell'azienda di suo marito, incolpato - a sua insaputa e con la complicità dei colleghi - della gravidanza di una giovane segretaria. Una messa in scena attuata dalla ineffabile Frau per salvaguardare il suo buon nome di famiglia, connotato da Von nobiliari e da una storica Contea, ma messo a repentaglio dalla nascita di quel nipote, frutto della relazione del figlio Helmut con una segretaria, per di più figlia della "serva" di casa. L'inganno, il marchingegno di nonna Klementine verrà fuori quando Livio avrà compiuto ormai quindici anni, e quella che emergerà alla fine, tra un DNA e l'altro, in un crescendo da autentico giallo, rischierà di mandare tutto all'aria, travolgendo le poche certezze di quella "nobile" famiglia, divenuta improvvisamente allargata, come tante al giorno d'oggi. E toccherà al "nipote di troppo" l'ardua impresa di far accostare a ciascuno la propria sedia al tavolo di casa.