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"Aracnidi pazienti" evoca i due poli entro cui si colloca l'esperienza del lavoro al femminile, radicata nella sacralità del mito e contemporaneamente nell'immediatezza della natura, attraverso l'immagine del ragno, alacre tessitore. L'autrice si pone in ascolto e in osservazione paziente dei gesti umili e ripetitivi del lavoro casalingo, analizzando nei suoi versi la condizione sociale di molte donne di oggi, divise tra il lavoro e gli obblighi invisibili di una vita familiare non facile né comoda, eppure a volte ricca di stimoli e piccole soddisfazioni quotidiane.